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revoca fido bancario

Revoca fido: le banche, dopo lo stop dovuto alla pandemia, torneranno a revocare i fidi per i clienti più a rischio?

Cosa si intende per revoca del fido bancario?

Il fido bancario consiste in un’apertura di credito concessa dalla banca al correntista per un periodo determinato o indeterminato.

Le più comuni forma di fido sono: il fido di cassa in conto corrente, gli anticipi fatture (o castelletti), gli anticipi per effetti al salvo buon fine, gli anticipi import, gli anticipi export, ecc.

Per revoca di un fido bancario si intende una circostanza per cui la Banca, a fronte di una legittima motivazione, decide di sospendere l’affidamento concesso al cliente, ad esempio perché il rating del cliente stesso è peggiorato e non dà quindi più garanzie sulla solvibilità.

Ci sono tantissimi motivi per cui una Banca procede con la revoca del fido bancario.

Tra i più comuni:
– un protesto;
– un mutuo o un finanziamento in sofferenza, ovvero per rate non pagate;
– una segnalazione nelle banche dati bancarie.

L’art. 1845 del Codice civile prevede che, in caso di revoca del fido bancario, la banca deve rispettare i seguenti termini:

– Se il contratto è a tempo determinato, la banca non può recedere dal contratto prima della scadenza del termine, se non per giusta causa, e questa deve essere esplicitata in forma scritta, con adeguate motivazioni e rispettando un termine non inferiore a 15 giorni in cui la cifra utilizzata deve essere restituita;

– Se l’apertura di credito/fido bancario è a tempo indeterminato il fido normalmente viene rivalutato periodicamente (in genere annualmente) con la possibilità di essere aumentato, diminuito o revocato; ciascuna delle parti può recedere dal contratto, mediante preavviso nel termine stabilito dal contratto, dagli usi o, in mancanza, in quello di quindici giorni.

Cosa fare in caso di revoca del fido bancario?

Innanzitutto, occorre verificare se la revoca è legittima, ovvero se sono state rispettate le previsioni di cui all’art. 1845 del Codice Civile e se sussistono valide motivazioni sottostanti la revoca del fido bancario.

Normalmente, infatti, la Banca non può interrompere l’affidamento senza preavviso e senza alcuna motivazione.

In caso contrario, il cliente può certamente ricorrere all’Arbitro Bancario e Finanziario o presso il Tribunale competente per chiedere il risarcimento danni per revoca del fido bancario illegittima e senza valida motivazione.

Nel caso in cui la revoca del fido non sia ingiustificata, occorre innanzitutto affidarsi ad un legale esperto di diritto bancario e poi anche ad consulente tecnico specializzato, al fine di svolgere tutte le opportune valutazioni, in particolare sulle motivazioni che hanno portato la Banca alla sospensione e revoca del fido bancario.

Talvolta, dall’analisi tecnica del contratto e del rapporto bancario, possono emergere eventuali anomalie o irregolarità che se negoziate nel modo corretto, anche tramite supporto di idonea perizia tecnica, possono portare ad una trattativa e quindi ad un accordo con la Banca che preveda anche l’annullamento della revoca del fido bancario.

In questi casi, diventa fondamentale rivolgersi a esperti in materia, sia in ambito legale che tecnico, che possano fornire tutti gli strumenti necessari per comprendere e valutare le opportune azioni da intraprendere, a seguito della revoca del fido.

La nostra missione è aiutarti a comprendere la legge e la normativa bancaria in vigore per tutelare meglio i tuoi diritti.
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