L’eterogeneità dei prodotti finanziari di una banca non consente un’attribuzione generica del modus operandi per le varie operazioni ad essi legato, poiché queste avvengono e iniziano a produrre effetti con modalità differenti dovute al momento e alla qualità del contratto in essere.
Le modalità di accesso al sistema creditizio, fino al recente passato, hanno posto i soggetti bisognosi di liquidità, dal semplice fido in conto corrente al prestito personale sin anche al mutuo, in uno stato di sudditanza silente di fronte agli usi che i diversi istituti di credito decidevano di adottare.
L’iter operativo degli istituti di credito fin quasi all’inizio del nuovo millennio, era incentrato sul massimo profitto ottenibile dai servizi che venivano offerti al pubblico, per cui il metodo più immediato per moltiplicare sulla base dell’intera clientela cifre sempre più importanti, era l’applicazione incontrollata del sistema di ricalcolo degli interessi.
I rapporti fra istituti di credito e clientela presuppongono l’instaurarsi di una fiducia reciproca e di una convenienza per ambo le parti nell’offerta e nel godimento di un dato servizio bancario.
L’arbitrarietà con cui il libero mercato bancario, seppur sottoposto alla vigilanza della Banca d’Italia e obbligato al rispetto di alcune norme del codice civile, ha operato nel corso dei decenni, ha permesso ai vari gruppi bancari di reinterpretare alcuni parametri di legge con il mero scopo di ottenere un profitto maggiore.
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