Negli ultimi mesi, il Tribunale e la Corte d’Appello di Milano hanno pronunciato alcune importanti sentenze in materia di strumenti derivati, che vanno in una direzione decisamente favorevole per i clienti che hanno stipulato questo tipo di contratti in passato
Quando si instaura un contenzioso tra Banca e cliente, ad esempio su un conto corrente, capita spesso che il Giudice decida di nominare un CTU contabile in materia bancaria.
Una recente Sentenza della Corte d’Appello di Milano (Sentenza n. 3049/2020 del 24/11/2020) ha stabilito numerosi e interessanti principi in tema di strumenti derivati, soprattutto per quanto riguarda la trasparenza e il profilo dell’investitore.
I rapporti fra istituti di credito e clientela presuppongono l’instaurarsi di una fiducia reciproca e di una convenienza per ambo le parti nell’offerta e nel godimento di un dato servizio bancario.
Tante volte, nel caso di sottoscrizione di contratti di leasing di importo particolarmente rilevante, come è il caso ad esempio dei leasing immobiliari, le Banche propongono in abbinamento uno strumento derivato, in genere uno swap, per la copertura del rischio di tasso.
In un contratto di mutuo a tasso variabile una clausola di tipo “floor” è una clausola che prevede un limite inferiore al di sotto del quale gli interessi da corrispondere alla banca non possono andare.
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