Ha fatto molto discutere, tra gli addetti ai lavori, la Sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino n. 699/2018, in tema di tasso leasing e TAN (Tasso Annuo Nominale).
La Legge n. 124/2017 (cd. Legge per il mercato e la concorrenza) ha finalmente “ufficializzato” la definizione di “locazione finanziaria”, ovvero (come più frequentemente conosciuto), del leasing.
Fino ad oggi, infatti, nel nostro ordinamento (codice civile in primis) era di fatto assente una chiara definizione di leasing (o locazione finanziaria), strumento che è ormai comunemente utilizzato da aziende e privati da oltre 30 anni.
In materia di leasing, quasi sempre nei contratti è prevista una “penale” o comunque un importo a carico del cliente (utilizzatore del bene) in caso di estinzione anticipata
Tante volte, nel caso di sottoscrizione di contratti di leasing di importo particolarmente rilevante, come è il caso ad esempio dei leasing immobiliari, le Banche propongono in abbinamento uno strumento derivato, in genere uno swap, per la copertura del rischio di tasso.
E’ frequente il caso di leasing immobiliari in cui è “occultato” il reale costo del finanziamento a seguito dell’inclusione di una polizza assicurativa, il cui ammontare risulta talvolta essere anche di importo elevato, oltre che non previsto contrattualmente.
Come forse molti sanno, l’usura è un illecito civile e anche un reato punito dal codice penale con la reclusione da uno a sei anni, ed è disciplinata dalla Legge 108/1996, che ha modificato in particolare l’art. 644 del codice penale
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